lunedì 14 novembre 2011

Il Vangelo secondo Giotto

Oltre sette secoli fa, fra il 1303 e il 1305, Giotto, su commissione del banchiere padovano Enrico Scrovegni, affresca la Cappella intitolata a Santa Maria della Carità. Questa piccola chiesa romanico-gotica, concepita per accogliere lui stesso e i suoi discendenti dopo la morte, è considerata un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo e una delle massime espressioni dell’arte occidentale. Gli affreschi, dopo un accurato restauro, sono ritornati all’antico splendore rivelando la bellezza e la genialità della pittura giottesca, che influenzò generazioni di artisti e mutò i canoni stilistici dell’arte italiana ed europea.
Per l'occasione dal 17 novembre al 4 dicembre 2011, il Centro Scolastico Faes Argonne di via Melchiorre Gioia, 42 a Milano ospiterà l'allestimento di una mostra fotografica che riproduce la celebre Cappella degli Scrovegni, portata a termine da Giotto nel 1305.
"Il Vangelo secondo Giotto. La Cappella degli Scrovegni" è il titolo della mostra, promossa dall’Associazione FAES di Milano, prodotta da Itaca Eventi e realizzata con il contributo di Regione Veneto e Consorzio Giotto.
Il ciclo pittorico della Cappella sviluppa tre temi principali, ciascuno in dodici episodi, disposti sulle pareti della navata: la vita di Gioacchino ed Anna, la vita di Maria; la vita, morte e resurrezione di Gesù. Infine lo zoccolo con le personificazioni delle sette virtù e dei sette opposti vizi capitali che conducono rispettivamente al Paradiso e all’Inferno del grande Giudizio universale dipinto sulla controfacciata.
La mostra è una fedelissima riproduzione fotografica, in scala 1:4, delle pareti della Cappella degli Scrovegni dopo i restauri del 2002, a seguito dei quali, per ragioni conservative, è stato ridotto a pochi minuti il tempo consentito per ammirare uno dei capolavori di Giotto. La mostra, quindi, offre l’opportunità di guardare gli affreschi col tempo necessario per cogliere la poesia iconica delle corrispondenze verticali e frontali, del simbolismo dei colori, dei numeri, delle prospettive architettoniche. Giotto, infatti, assieme a Dante è all’apice di una cultura in cui ogni particolare partecipa di un ordine che tutto abbraccia.
La mostra prenderà il via giovedì 17 novembre e avrà una durata di circa 2 settimane: la visita sarà guidata e gratuita, con possibilità di lasciare un offerta libera; sarà possibile partecipare anche a laboratori pensati per le scuole, come "Le pecore di Giotto" rivolto alle scuole materne e primarie. In questo caso, dopo la visita alla mostra, i bambini proveranno a "smontare" una delle scene dipinte da Giotto, con l’ausilio di un puzzle appositamente realizzato. Ciascuno dovrà poi comporre una propria interpretazione di una delle scene viste in mostra. Ci sarà poi "Nella bottega del frescante" per le scuole Secondarie, grazie al quale i ragazzi entreranno nella bottega di un pittore medievale e vedranno i suoi strumenti di lavoro: i pigmenti in polvere, l’oro in foglia, i pennelli, la calce, il gesso, e le preparazioni delle ricette segrete, tramandate da maestro ad allievo. Alla fine si cimenteranno nella preparazione di un cartone e nell’esecuzione dello spolvero, preparatori alla realizzazione degli affreschi.

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