sabato 31 marzo 2018

Riccardo Francovich. Conoscere il passato, costruire la conoscenza

Dopo la Biblioteca Comunale, anche il Circolo Crc Antella, con il patrocinio del Comune di Bagno a Ripoli, ricorda Riccardo Francovich, professore di archeologia medievale e studioso di fama internazionale, cittadino di Bagno a Ripoli per oltre un trentennio. Lo fa ospitando la mostra "Riccardo Francovich. Conoscere il passato, costruire la conoscenza", organizzata dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell'Università di Siena.
L'esposizione sarà inaugurata sabato 31 marzo 2018, alle ore 17,00 presso il Circolo Crc Antella, in via di Pulicciano 53, ad Antella (Bagno a Ripoli/Firenze), e sarà visitabile fino al 15 aprile. Interventi di: Annalisa Massari, assessora alla cultura del Comune di Bagno a Ripoli; arch. Giuseppe Bartolini; Giovanna Bianchi (Università di Siena); Tommaso Detti (Università di Siena).
Informazioni: Crc Antella, 055/62.12.07; Call Center Linea Comune, tel. 055.055, lunedì-sabato, ore 8-20.

mercoledì 28 marzo 2018

"I misteri della Cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere" mostra a Piacenza

Nell’anno europeo della cultura, la diocesi propone dal 7 aprile al 7 luglio 2018 una mostra di straordinari codici miniati piacentini che mettono in luce l’importanza ricoperta nel medioevo da Piacenza quale straordinario crocevia tra centro-nord Europa e Mediterraneo. La presenza di strade e la vicinanza al Po favorirono una vivace attività culturale con conseguente diffusione di idee e di libri. Nei secoli XII e XIII, tra le istituzioni ecclesiastiche, spiccavano per prestigio e potere la chiesa Cattedrale e la basilica di S. Antonino, alle quali sono da riferirsi le biblioteche e gli archivi più antichi e prestigiosi della città. Altrettanto può dirsi per Bobbio.  Dopo l’arrivo nel  VII secolo di Colombano e dei monaci irlandesi, il  monastero cresce fino ad estendere la propria giurisdizione ad un territorio vastissimo.  Gli scriptoria di Piacenza e Bobbio arrivano in tal modo a svolgere un ruolo rilevante nelle vicende culturali europee e grazie alla loro attività è stato tramandato un sapere antico fino ai giorni nostri.
La mostra è parzialmente allestita in luoghi segreti della cattedrale, una sorta di labirinto medievale entro il quale alla fatica concettuale del comprendere si aggiunge quella fisica di esplorare una biblioteca “impossibile”, in luoghi fantastici da secoli dimenticati. Il labirinto è così abitato dai libri: la sapienza tramandata nella carta prova a dare soluzione alla sete di conoscenza dell’uomo.
Nell’anticamera delle sagrestie superiori, un’ intervista a Valerio Massimo Manfredi, testimonial d’eccezione dell’evento, introduce alle cinque sezioni della mostra.
La prima tappa è nella sala dell’Archivio Storico Capitolare. Questo ambiente che sormonta la cappella del battistero, è caratterizzato dalla presenza di straordinari armadi lignei del XVIII sec., ed ospita la sezione musicale. Attraverso il sussidio di i-pad sarà possibile ascoltare la riproduzione di brani contenuti negli antifonari.
La visita alle restanti sezioni continua nelle sagrestie superiori; qui si potranno ammirare antichi libri provenienti da alcuni dei principali archivi e biblioteche italiane e del territorio piacentino organizzati nelle seguenti sezioni: economia e società, cultura scolastica, cultura del clero e la fede, vita nella diocesi, liturgia.
In un piccolo vano, prima di salire lungo la scala che introduce al Libro del Maestro, è riprodotto uno scriptorium dotato di tutti gli strumenti che i monaci utilizzavano per la produzione dei libri e un video che racconta le principali fasi di lavorazione, dalla preparazione della pergamena alla rilegatura finale.
Lungo il percorso di salita, l’ultima sezione è interamente dedicata al Libro del Maestro (o Codice 65), che dal XII secolo è stato modello e tesoro per la liturgia e che costituisce una summa culturale medievale. Il Libro del Maestro è il volume più importante e misterioso dell’archivio della Cattedrale nonché il più rilevante della città, la cui stesura ebbe inizio al principio del XII secolo. Nelle sue pagine sono contenute nozioni di astronomia e astrologia, indicazioni sui cicli lunari e sul modo in cui questi incidono sulla vita dell’uomo e l’agricoltura, consigli e rimedi contro malattie per ogni stagione dell’anno. Il codice illustra, attraverso splendide miniature e formule melodiche (dette tropi), i primi drammi teatrali liturgici medievali, rappresentati in chiese e conventi come primi strumenti di comunicazione delle storie della Bibbia.  I visitatori accedono nella penombra di una prima sala, accolti da una voce e da immagini che illustrano la genesi del Libro; successivamente si varca la soglia della “Macchina del Tempo”: una experience room creata da Gionata Xerra, che grazie ad un integrale coinvolgimento dei sensi, proietta il visitatore in un fantastico viaggio nel Medioevo, in una biblioteca virtuale da cui prende vita il racconto. Schermi touch-screen consentiranno di sfogliare virtualmente le pagine del Libro ad altissima risoluzione e alcune applicazioni permetteranno, attraverso il gioco, di interagire con varie sezioni del codice, tra cui le tabelle medievali per il calcolo delle feste mobili.
Tutte le informazioni sul sito della Cattedrale di Piacenza

domenica 25 marzo 2018

Arrivano i Longobardi al Musei di Arona (NO)

"Arrivano i Longobardi" la mostra inaugurata domenica 18 marzo 2018 al Museo Civico Archeologico "Khaled al-Assad" di Arona (NO) che rimarrà aperta fino a domenica 1 maggio 2018, insieme all’apparato didascalico ed ai contenuti multimediali, illustra la vita quotidiana, le usanze, i riti funerari, la struttura sociale e politica di un popolo che si integrò con le popolazioni locali, che ebbe per primo l’idea di unificare l’Italia in un unico regno e che  lasciò preziosissime opere d’arte e una diversa soluzione di controllo del territorio che, attraverso i ducati, fu il vero preludio  al medioevo italiano.
Tracce dell'occupazione longobarda sono presenti in tutto l'alto novarese: ad Arona, alla frazione Mercurago, si ricorda il rinvenimento della tomba di un guerriero longobardo. Le riproduzioni che esposte sono state realisticamente realizzate nelle dimensioni e nei materiali dal Centro Ricerche l’Arc di Villar San Costanzo (CN) sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte. 
La mostra è visitabile il martedì dalle 10,00 alle 12,00; il giovedì dalle 9,00 alle 12.00 (su prenotazione); sabato e domenica dalle 15.30 alle 18.30. Visite guidate e attività didattiche per scolaresche su prenotazione. Info: archeomuseo@comune.arona.no.it; www.archeomuseo.it.

sabato 24 marzo 2018

Il genio di Francesco Francia in mostra a Bologna

Da sabato 24 marzo a domenica 24 giugno 2018 alla Pinacoteca Nazionale di Bologna in programma la mostra "Il genio di Francesco Francia" a cura di Mario Scalini e Elena Rossoni.
La mostra è promossa dal Polo Museale Emilia Romagna – Pinacoteca Nazionale di Bologna in collaborazione con il Museo Civico Medioevale e la Società di Santa Cecilia, Amici della Pinacoteca di Bologna.
Francesco Francia fu uno dei protagonisti dell'arte bolognese dei decenni di passaggio tra Quattro e Cinquecento. La sua produzione segnò in modo significativo l'arte della stagione dei Bentivoglio, e continuò, anche attraverso la sua fiorente bottega, dopo la caduta di questi ultimi, con l'arrivo nel 1506 di papa Giulio II e il passaggio della città allo Stato della Chiesa.
La sua attività di orafo, esaltata da Vasari, lo vide protagonista della zecca di Bologna per la quale realizzò numerosi conii di monete, ma la sua bottega, come emerge dai documenti, produsse una grande varietà di manufatti, in parte perduti, che comprendono paci, monete, medaglie, miniature, gioielli, progetti per vetrate, oltre ai più noti affreschi e dipinti su tavola.
La mostra valorizza l'importante nucleo di opere dell'artista conservate in Pinacoteca, mettendole a confronto con manufatti legati alla produzione di orafo e medaglista della sua bottega. Un'attenzione particolare viene dedicata alla grafica, ai suoi disegni e alle stampe realizzate nella sua bottega da Marcantonio Raimondi.
Ingresso con biglietto della Pinacoteca Nazionale (in occasione della mostra 7 € intero, 3,50 € ridotto).

mercoledì 21 marzo 2018

"La Firenze delle Torri" mostra di Massimo Tosi

L'acquarellista certaldese Massimo Tosi esporrà da mercoledì 21 marzo 2018 'La Firenze delle torri' nel capoluogo, all'interno della Saletta degli Accademici dell'Accademia delle Arti del Disegno in Via Orsanmichele, 4 a Firenze. L'inaugurazione è prevista alle ore 17,00 e interverranno Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Cristina Acidini, presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno, e Domenico Viggiano, Direttore della Sala Espositiva dell'Accademia delle Arti del Disegno. Sarà presente l'artista. In mostra 30 tavole originali illustranti i più importanti monumenti di Firenze e della Toscana saranno esposte nella sala al piano terreno della più antica Accademia d’Italia fondata da Michelangelo. Ingresso libero.
La mostra resterà aperta fino al 31 marzo 2018 con i seguenti ortari:
Lunedì 10.00-12.30 / 14.30-17.00 Mercoledì 10.00-12.30.

lunedì 19 marzo 2018

"Matilde, luce splendente" a Reggio Emilia

Matilde fanciulla, che intreccia ghirlande di fiori e si muove con grazia di ballo: Dante, nel XXVIII Canto del Purgatorio, così la descrive e le dà il compito di accompagnare le anime in Paradiso. Alta e slanciata nella figura, capelli rossi e denti bianchissimi. Bellissima. Così la ritrae Il Parmigianino, quattrocento anni dopo la sua morte.
Makiko Asada, pittrice giapponese, in “Matilde, luce splendente“, la mostra, in corso fino a venerdì 30 marzo 2018 alla Galleria San Francesco di Reggio Emilia,  parte proprio da qui. Matilde di Canossa: una donna due volte infelicemente sposata e che a soli trent’ anni si ritrova sola a capo di un immenso stato cuscinetto tra i poteri forti dell’Alto Medioevo. Sola, perché già a quell’ età, aveva perso tutti i suoi familiari, il padre, i fratelli, la figlia di pochi mesi, il rozzo marito e infine la sua più fidata consigliera, la madre Beatrice. Ritorna a Canossa, perché qui è stata felice bambina; qui ha ricevuto un’ educazione non comune per le fanciulle dell’ epoca. Qui sceglie di diventare la “Dilecta filia Petri“, la fedelissima alleata del Papa Gregorio VII, che ama di un amore solo platonico, perché il fervore religioso dell’ epoca era legato ad un sincero terrore di farsi cogliere dalla morte seconda, ossia di morire in stato di peccato mortale.
Qui, nel castello di Canossa, assume coscienza di se stessa. In “Matilde e Pensiero“, il dipinto scelto come immagine forte della mostra, Makiko Asada racconta di questo preciso momento della vita di questa donna straordinaria. Matilde regge nella mano destra, la mano del comando, una nuvola opalescente da cui germogliano timide verdi foglioline: l’annuncio di una nuova vita, che non proviene dal ventre ormai sterile, ma dalla conoscenza; la mano sinistra appoggiata sull’esile corpo, la mano del cuore, è rigida e impotente nella regale eleganza. Disegno puro di contorno in colore giallo dorato per diffondere la luce splendente di Matilde.
Nei quarant’ anni del suo regno Matilde, coltissima, è protettrice dei maggiori pensatori del tempo; fu sotto la sua protezione che Irnerio insegnò all'università di Bologna diritto romano, restaurandolo attraverso la “Summa Codicis”; poi costruisce strade, canali, chiese e monasteri, numerosissimi castelli e case torre. Tutto si sgretola alla sua morte: il suo immenso stato e, nei secoli successivi, l’ amatissima Rocca di Canossa.

venerdì 16 marzo 2018

Il Nettuno: architetto delle acque. Bologna, l’acqua per la città tra Medioevo e Rinascimento

In occasione della fine dei restauri alla fontana del Nettuno, Fondazione Carisbo e Genus Bononiae presentano la mostra "Il Nettuno: architetto delle acque. Bologna, l’acqua per la città tra Medioevo e Rinascimento", a cura di Francesco Ceccarelli ed Emanuela Ferretti.
La mostra rende omaggio alla Fontana del Nettuno uno dei simboli della città di Bologna, nonché uno tra i più noti e ammirati capolavori dell’arte rinascimentale. Il progetto espositivo in Santa Maria della Vita, dal 16 marzo al 10 giugno 2018, illustra, attraverso l’esposizione di opere, documenti e materiali selezionati, la genesi progettuale e il sistema di canalizzazione sotterraneo realizzato con l’intento di portare l’acqua nel centro cittadino, partendo dal medioevo e dall’antichità romana fino ad arrivare agli interventi infrastrutturali rinascimentali.
L’itinerario parte dalla costruzione dell’acquedotto augusteo di Bononia e si sviluppa poi nel cantiere della città medievale, potenziato dal fitto reticolo di vie d’acqua derivate dai canali di Savena e di Reno, a loro volta regolati da chiuse monumentali a tutt’oggi pienamente funzionanti.

L’intreccio fra scienza, tecnologia e cultura delle acque rivela un paesaggio urbano ancora poco esplorato e senz’altro sorprendente: un modo di leggere la città e la sua architettura in una prospettiva storica. Per documentare le vicende medievali verrà esposta, tra gli altri la copia autentica della cosiddetta Secchia Rapita, normalmente contenuta nella torre della Ghirlandina, sottratta nel 1325 a un pozzo bolognese in seguito alla battaglia di Zappolino e che dopo settecento anni ritorna simbolicamente a Bologna grazie al prestito concesso dai Musei Civici di Modena, allo scopo di testimoniare l’importanza che l’acqua svolgeva nella vita quotidiana delle città del medioevo al punto da assurgere a prezioso trofeo di battaglia.
I pezzi selezionati per l’esposizione sono: statue, bozzetti, modelli, dipinti, disegni, incisioni e altro materiale grafico, libri, documenti archivistici provenienti da collezioni pubbliche e private, locali e nazionali. Per maggiori informazioni, prezzi, biglietti, iniziative collaterali clicca qui !

giovedì 15 marzo 2018

Bellini / Mantegna Capolavori a confronto

Due dipinti, identici nella struttura compositiva, realizzati da due grandi artisti del Rinascimento, Andrea Mantegna e Giovanni Bellini.
Due opere geniali, uguali eppure diverse.
Affascinante, per un profano, cercare le differenze tra le due Presentazioni di Gesù al Tempio, eccezionalmente affiancate nella raffinata mostra proposta dalla Fondazione Querini Stampalia, a Venezia dal 21 marzo al 1 luglio 2018.
Ad un primo sguardo sembrano uguali, eppure si capisce che le due opere-specchio hanno “personalità diversissime”. Ma chi fu l’inventore della meravigliosa composizione?
Bellini, veneziano, e Mantegna, padovano del contado, si conobbero certamente, dato che quest’ultimo sposò la sorellastra del primo. 
Ma sarebbe sbagliato – chiarisce Giovanni Carlo Federico Villa, co-curatore dell’esposizione, immaginarli l’uno accanto all’altro intenti nel dipingere questo medesimo soggetto.'  Certo il cartone, la cui realizzazione richiedeva un enorme virtuosismo artistico, “stregò l’uno e l’altro, ma un lasso di tempo non piccolo, una decina di anni, separa i due capolavori”.
Che, sia pure a distanza, si sia trattato di una gara alla massima eccellenza, lo si evince dalla qualità assoluta delle due opere.
E’ un caso probabilmente irripetibile quello che consente, per la prima volta nella storia dell’arte, di ammirare l’una a fianco dell’altra. “E’ l’effetto - sottolinea Marigusta Lazzari, che dell’istituzione veneziana è il Direttore - di una di quelle alchimie che di tanto in tanto si verificano nella storia. Nel nostro caso, l’impossibile è diventato possibile nel dipanarsi della complessa trattativa che ci ha portato a concedere il prestito del nostro Bellini alla grande mostra su Andrea Mantegna e Giovanni Bellini, che il 1 ottobre 2018 aprirà alla National Gallery di Londra per poi trasferirsi alla Gemäldegalerie di Berlino il 1 marzo 2019. Il raffronto tra le due “Presentazioni al Tempio” è uno dei cardini di queste mostre. Alla nostra disponibilità al prestito ha corrisposto quella dell’istituzione berlinese e così, in anticipo sulla rassegna londinese, abbiamo l‘emozione di presentare al pubblico italiano e internazionale, in Querini, i due capolavori finalmente affiancati”.
Per accogliere questo magico confronto, la Querini Stampalia ha mobilitato l’architetto Mario Botta per l’allestimento e sta predisponendo un innovativo sistema illuminotecnico.
Non solo: accanto a queste due inarrivabili “vedettes” in Querini saranno esposte le opere coeve patrimonio del museo veneziano. E il visitatore sarà poi invitato, con lo stesso biglietto a scoprire, o riscoprire, gli infiniti tesori della Querini Stampalia, una casa-museo tra le più importanti al mondo. Sala dopo sala, negli storici ambienti, si avrà l’emozione di entrare nell’universo di una delle più potenti e illustri Famiglie veneziane: ammirare le celebri opere d’arte, i preziosi arredi, patrimonio della Famiglia e pervenuti alla Fondazione nel 1869, poco meno di 150 anni fa, a seguito dell’importante lascito.
E’ un mondo di storia, cultura, meraviglia quello che attende i visitatori in Querini Stampalia, in un’atmosfera unica com’è quella della Venezia  autentica.

venerdì 9 marzo 2018

I volti nascosti della Cattedrale

Uno scrigno di tesori svelati. La meravigliosa Cattedrale romanica di Bitonto, nota per il suo splendore e le sue magnificenze artistiche, è sede in realtà anche di piccoli ma interessantissimi particolari. Sculture antropomorfe, immagini del bestiario classico medievale, apprezzabili raffigurazioni devozionali. Un patrimonio ora in parte riconsegnato al nostro sguardo grazie alle suggestive foto di Vincenzo Parisi, docente nella scuola primaria, realizzate scandagliando appunto alcuni aspetti meno noti del tempio bitontino.
Ed ecco così l'idea della mostra "I volti nascosti della Cattedrale", pensata dal Centro Ricerche di Storia e Arte bitontina. La rassegna avrà luogo nella chiesa di San Gaetano, altro straordinario esempio della ricchezza delle offerte culturali della città, dal 9 al 15 marzo, dalle ore 18,00 alle 20,00.
Appuntamento venerdì 9 marzo 2018 alle 18.30 per l'inaugurazione, con l'intervento di Rosanna Bianco, docente di Storia dell'Arte medievale all'Università di Bari, sul tema "Il medioevo fantastico della Cattedrale di Bitonto". Dopo la voce di Stefano Milillo, presidente del Centro Ricerche, interventi anche del sindaco Michele Abbaticchio e di Rosa Calò, assessore ai Beni Culturali. Non mancherà la diretta testimonianza di Vincenzo Parisi, il cui lavoro egli interpreta come ispirato dono alla sua città.
La serata sarà arricchita dalla lettura di laudes medievali, a cura di Liliana Tangorra e Maria Antonia Capriglione. Il catalogo di immagini arricchisce l'evento, con brevi scritti di Milillo, Bianco, Parisi e Marino Pagano. L'iniziativa, realizzata anche grazie al contributo della confraternita di San Giuseppe, si inserisce nel fitto cartellone di momenti di cultura e approfondimenti allestito in occasione dell'importante ricorrenza dei cinquant'anni di vita del Centro Ricerche (1968-2018). La grafica è stata a cura di Lino Minenna.

mercoledì 7 marzo 2018

Carlo Magno va alla guerra

La mostra Carlo Magno va alla guerra, allestita nella Corte Medievale di Palazzo Madama dal 29 marzo al 16 luglio 2018, presenta per la prima volta in Italia il rarissimo ciclo di pitture medievali del Castello di Cruet (Val d’Isère, Francia), una testimonianza unica della pittura del Trecento in Savoia.
Dopo una prima tappa a Ginevra nel 2017, l’esposizione giunge con importanti novità a Torino grazie alla collaborazione tra il Museo Civico d’Arte Antica di Torino e il Musée Savoisien di Chambery, nell’ambito delle iniziative della Rete internazionale di musei appartenenti ai territori originariamente parte del ducato di Savoia.
A Torino la mostra, grazie alla curatela di Simonetta Castronovo, conservatore di Palazzo Madama, rivolge particolare attenzione all’arredo e alla vita di corte nei castelli di Piemonte e Valle d’Aosta nel 1300, con opere provenienti da Torino, Moncalieri, Montaldo di Mondovì (Cuneo), San Vittoria d’Alba (Cuneo) e Quart (Aosta).
Le pitture murali provengono dal castello di Cruet, proprietà dei signori de la Rive, vassalli di Amedeo V di Savoia (1285-1323). Lunghe complessivamente oltre 40 metri, sono state staccate dalle pareti della dimora savoiarda nel 1985 per ragioni conservative e, dopo un restauro concluso nel 1988, sono da allora esposte presso il Musée Savoisien di Chambery.
Il ciclo rappresenta episodi tratti da una celebre chanson de geste, il Girart de Vienne di Bertrand de Bar-sur-Aube, composta nel 1180 e dedicata alle vicende di un cavaliere della corte di Carlo Magno. Raffigura pertanto scene di caccia nella foresta, battaglie, duelli, l’assedio a un castello, l’investitura feudale, la raffigurazione di un banchetto, accanto ad episodi narrativi specifici di questo poema cavalleresco.
Presentate in sequenza in Corte Medievale, le pitture ricostruiscono idealmente la decorazione della sala aulica del castello di Cruet grazie a uno scenografico allestimento realizzato dall’architetto Matteo Patriarca con Gabriele Iasi e Studio Vairano.
Accanto a queste straordinarie pitture, la mostra presenta una cinquantina di opere provenienti dalle collezioni di Palazzo Madama e da altre istituzioni, con pezzi mai esposti prima al pubblico. Essi arricchiscono il percorso consentendo di immaginare la vita nei castelli medievali della contea di Savoia tra 1200 e 1300. Sculture, mobili, armi, avori, oreficerie, codici miniati, ceramiche, vasellame da tavola, cofanetti preziosi, monete e sigilli documentano i tanti aspetti dell’arte di corte e della cultura materiale dell’epoca.
Il percorso espositivo si articola in dieci sezioni tematiche: Le pitture murali di Cruet, che racconta la storia dell’edificio e la delicata operazione di stacco degli affreschi; I committenti attivi all’epoca, come Amedeo V conte di Savoia e Filippo principe d’Acaia, attraverso l’esposizione di preziosi documenti duecenteschi; La guerra, i tornei e la caccia,  con spade, speroni, punte di freccia e di lancia, ad evocare le armature dei cavalieri medievali, mentre un rarissimo corno in avorio (olifante) richiama le battute di caccia al cervo e al cinghiale, passatempo preferito dell’aristocrazia; Interni gotici, con testimonianze di mobilio medievale; Poemi e romanzi cavallereschi, con codici e pagine miniate; Le spese di corte illustrate da un rotolo pergamenaceo con la contabilità dei conti di Savoia, affiancato ad alcune monete d’argento emesse durante il regno di Amedeo V e Aimone di Savoia; Gli oggetti preziosi e i giochi,  con cofanetti in cuoio e legno dipinto, pettini e specchi figurati in avorio e alcuni giochi da tavola per adulti (gli scacchi, il tris) e bambini (le bambole in terracotta); La tavola del principe, con oggetti in uso nella mensa dei castelli; La devozione privata con sculture sacre provenienti dalle cappelle dei castelli della Valle d’Aosta; I santi cavalieri, con sculture lignee e avori raffiguranti i santi venerati nel Medioevo, come san Vittore e sant’Eustachio.
L’esposizione rafforza quella sinergia tra Palazzo Madama e i musei francesi, che ha già consentito nel 2016 di realizzare la mostra dedicata agli smalti del Cardinale Guala Bicchieri in collaborazione con il Musée de Cluny di Parigi.
La mostra è, infatti, frutto dell’importante collaborazione con il Musée Savoisien di Chambéry, col quale Palazzo Madama lavora stabilmente dal 2001. I due musei appartengono entrambi alla Rete Sculpture dans les Alpes, circuito internazionale di istituzioni accomunate dall’appartenenza ai territori facenti originariamente parte del ducato sabaudo, costituitasi quindici anni fa per promuovere progetti di ricerca condivisi. Della rete fanno parte anche il Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta, la Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta, il Museo Diocesano di Arte Sacra di Susa, il Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra, il Musée d’Histoire du Valais di Sion, il Musée-Château di Annecy, il Musée–Monastère di Brou a Bourg-en-Bresse e la Conservation du Patrimoine della Savoie.  Un progetto volto a rafforzare le relazioni istituzionali in una Europa unita dalla cultura, della quale Carlo Magno è stato un precursore.
In occasione di questa esposizione Palazzo Madama si avvale inoltre del supporto dell’Alliance Française di Torino, che ha curato la traduzione francese dei testi in mostra.
Per tutto il periodo della mostra sono previsti vari incontri e conferenze per approfondire il tema del Medioevo cavalleresco tra Italia e Francia. Per i visitatori inoltre ci sarà la possibilità di partecipare a visite guidate, corsi di lingua francese a cura dell’Alliance Française e attività per le famiglie dedicate alla mostra.
Accompagna la mostra un catalogo scientifico edito da Libreria Geografica.